Libertà a rischio
Alcune considerazioni riguardanti le ultime vicende Microsoft vs Gnu/Linux che hanno creato non poco polverone:
Prima di tutto, ho notato come tanti articoli sono usciti un pò allo sbaraglio al riguardo, trasformando Linux da un kernel ad una società di software, l'accordo con Novell o, adesso con Xandros, in accordi con l'open source, oppure dipingendo Linux in un sistema che ha violato brevetti di Microsoft.
Tutto questo è, a dir poco, eretico.
Prima di tutto, non capisco perchè nessuno parla del fatto che il problema "brevetti" è circoscritto agli Stati Uniti; qui in Italia, ed in Europa, i brevetti software non hanno alcun valore, e questo risultato è stato ottenuto dopo una lunga lotta poco pubblicizzata e passata quasi in secondo piano dai media.
Non capisco perchè nessuno spiega, o si degna di capire, cosa sono i brevetti software, che, in parole povere, sono brevetti su un'idea, come ad esempio, il pusante "carrello della spesa", le pagine a schede, ecc.
E' un pò come dire, brevettare la frase "il cielo è blu" e chiunque scriva questa frase su un articolo, poesia o canzone deve pagare il permesso per farlo.
Che Linux ha si adottato di queste idee, ma anche Microsoft è nella condizione di aver usato idee che altri hanno brevettato.
Infine sono un pò deluso dalla scarsa reazione degli utenti del software libero (non della FSF o della Linux Fondation, ma degli utenti veri e propri) che danno l'impressione, e spero di essere smentito, di una certa passività al riguardo.
Quando la questione dei brevetti software in Europa era ancora aperta, nascevano spontaneamente iniziative come lettere ai ministri, raccolte firme, pulsanti da aggiungere ai siti ecc.
Forse non ci si rende conto che oggi, come allora, il problema non riguarda lo schieramento pro o contro Microsoft, ma riguarda il diritto di avere una libertà duramente acquisita che il software libero permette e che questa libertà si rischia di perderla non a causa di società come Microsoft che, alla fine, guardano i loro interessi, ma a causa dell'ignoranza e superficialità di chi gode di questa libertà senza far niente per mantenerla.
Prima di tutto, ho notato come tanti articoli sono usciti un pò allo sbaraglio al riguardo, trasformando Linux da un kernel ad una società di software, l'accordo con Novell o, adesso con Xandros, in accordi con l'open source, oppure dipingendo Linux in un sistema che ha violato brevetti di Microsoft.
Tutto questo è, a dir poco, eretico.
Prima di tutto, non capisco perchè nessuno parla del fatto che il problema "brevetti" è circoscritto agli Stati Uniti; qui in Italia, ed in Europa, i brevetti software non hanno alcun valore, e questo risultato è stato ottenuto dopo una lunga lotta poco pubblicizzata e passata quasi in secondo piano dai media.
Non capisco perchè nessuno spiega, o si degna di capire, cosa sono i brevetti software, che, in parole povere, sono brevetti su un'idea, come ad esempio, il pusante "carrello della spesa", le pagine a schede, ecc.
E' un pò come dire, brevettare la frase "il cielo è blu" e chiunque scriva questa frase su un articolo, poesia o canzone deve pagare il permesso per farlo.
Che Linux ha si adottato di queste idee, ma anche Microsoft è nella condizione di aver usato idee che altri hanno brevettato.
Infine sono un pò deluso dalla scarsa reazione degli utenti del software libero (non della FSF o della Linux Fondation, ma degli utenti veri e propri) che danno l'impressione, e spero di essere smentito, di una certa passività al riguardo.
Quando la questione dei brevetti software in Europa era ancora aperta, nascevano spontaneamente iniziative come lettere ai ministri, raccolte firme, pulsanti da aggiungere ai siti ecc.
Forse non ci si rende conto che oggi, come allora, il problema non riguarda lo schieramento pro o contro Microsoft, ma riguarda il diritto di avere una libertà duramente acquisita che il software libero permette e che questa libertà si rischia di perderla non a causa di società come Microsoft che, alla fine, guardano i loro interessi, ma a causa dell'ignoranza e superficialità di chi gode di questa libertà senza far niente per mantenerla.
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